Sunday, April 21, 2013

DESTINO

Destino. Con le sembianze di questo sconosciuto seduto in terra davanti a figure di vario tipo nell' icononico mix madoiano dal titolo I Drogati.
Dietro alle sue spalle potenziali dannati, anime perse, apparentemente irrecuperabili, Destinate, appunto.
E il Destino attende. Già dallo sguardo - rassegnato, consapevole, commosso, triste e spietato - si intuisce che già conosce il contenuto delle prossime pagine, tante o poche, del libro di ognuno di loro. Ma nulla può, se non concedere loro l ' illusione di un' apparente libertà di decisione del loro prossimo futuro. Per alcuni solo un giorno, per altri mesi, anni di possibilità, solo possibilità, di tentare di deviare il corso di ciò che sarà poi inevitabile.  Parlavo giorni orsono con un giovane splendido, bello come il sole e forte/fragile come le cose più preziose. Negava, come è giusto che sia,  nella consapevolezza - finalmente - dei suoi 30 e passa anni, l' esistenza di forze superiori contro cui nulla possono la determinazione, la volontà, la commovente  arroganza della giovinezza.  Splendido nel suo dirsi sicuro di aver preso in mano la propria vita e il suo professarsi certo che il suo futuro succedere degli eventi fosse esclusivamente nelle sue mani, nelle sue decisioni quotidiane. Non potrebbe essere altro che così.
E così deve essere, perché questo giovane è un sopravvissuto. Esempio tosto di determinazione a non seguire l' impulso irresistibile del buttarsi di sotto. Il recuperare il piede già nel vuoto sul baratro della vita l' ha riportato con sforzi inimmaginabili verso la luce, tra le braccia aperte di chi   attendeva senza ormai più fiato questo ritorno, verso il  futuro, verso un' altra vita.  Da qui la consapevolezza onesta di aver deciso - vero - in piena autonomia - vero - di voler scrivere ancora cento capitoli del proprio libro, in cui il periodo passato ne costituiva solo un' errata bozza introduttiva.   Fra molto, moltissimo tempo questo giovane arriverà alla ora negata  conclusione che si, tutto vero, ma così era già scritto, già voluto, progettato ed editato nel libro della sua vita.  Il suo decidere può essere paragonabile ad una correzione di bozze di una storia in corso d' opera. La parola fine, comunque, non gli spetta, neppure se lo decidesse. Questo non significa che ogni istante, ogni giorno, non debba venir impostato alla massima onestà, alla massima gioia di vivere ogni momento. Aggiungerei solo che ognuno di questi istante debba venir vissuto con la straordinaria consapevolezza che comunque è un momento che si sta vivendo, e considerarlo un regalo, come tutti gli attimi della nostra vita e non va sprecato.