Saturday, June 9, 2012

SESTA, LA CHIESA

La Chiesa di Sesta, qui riprodotta in Second Life, affrescata da Madoi negli anni '60. Per un reportage più completo vi rimando a FB, con pics appena postati e, meglio ancora, alle pagine dedicate a Sesta in waltermadoi.com, 1960 - 1970.  Se pensiamo a quei mesi di un inverno freddissimo del 1963 o 64 in quel villaggio sperduto tra i monti e con cui ci sembrava di non aver nulla da spartire, ci viene ancora l' angoscia.  Venivamo prelevate a forza dal nostro confortevole collegio milanese, alla fine delle lezioni del Venerdì ed  eravamo costrette a passare tutti i fine settimana  in alloggi "di fortuna" in un gelo mortale, dove il riscaldamento era qualcosa di empirico e riservato unicamente alle aree lounge comuni.,  invece di raggiungere i nostri  amici in comode e calde case di Cortina.   La faccia di nostra madre poi era tutta da vedere e sopportare:   occhi  a fessura, segno di furia a malapena contenuta e mutismo perenne. Madoi invece era la felicità fatta persona. Appassionato, rapito, glorioso. Un combattente nato. Giorni e notti dentro a quella, diciamo benedetta, Chiesa.  Lotte con i villagers, dato che per lui ogni volto era l' essenza di ciò che voleva rappresentare su quei muri e se li dipingeva tutti, ancor prima di chiedere ai malcapitati se, per caso, avessero qualcosa in contrario. Morale, uno strazio. Ma da quello strazio involontariamente condiviso è nata una leggenda. La Chiesa e il pathos umano che vi si è condensato e che, tuttora, traspare e trasuda da quelle pareti, è leggenda. Quei mesi e le storie incredibili, umane, sono leggenda. Sesta è diventata leggenda.