1970. Madoi è a Milano. In attesa della ristrutturazione della Torre, quello che sarà il suo studio sino alla fine,vive e lavora in un paio di stanze dell' Hotel Marino alla Scala (ora Palazzo Trussardi). Ci sta benissimo, è un periodo sereno. La Mostra all' Arengario già programmata per il prossimo Dicembre non gli dà ansia, dato che considera questo spazio temporale di sette mesi come qualcosa di poco definito e che potrebbe anche non raggiungere. Le strade, la piazza, tutto intorno a lui sono un fermento di tumulti, artisticamente molto interessante. Madoi, che di violenza ne ha già avuta abbastanza, si limita a schizzare alcuni bozzetti, su micro fogliettini, regolarmente poi gettati nel cestino della carta straccia. Recuperati da nostra madre, stirati e conservati, verranno poi ripresi anni dopo e, rifissato il ricordo in un altro schizzo, sempre su un foglietto non più grande di uno scontrino, esploderanno in una grande opera ad olio, ora di proprietà del Comune di Parma e inserita nella collezione della Pinacoteca Stuard. Recupero l' immagine e la pubblico. Con calma. Tanto mio padre ci ha messo cinque anni